Sull'imbarcazione di 155 metri del sultano di Crescenzago anche una sala orchestra per 60 elementi

PORTO CERVO - Il tricolore è bandiera fantasma sui mari di Sardegna. Panico da fisco: la paura di occhi indiscreti ha tenuto lontani dalla Costa Smeralda maxi, medi e persino i mini yacht; i relativi proprietari italiani sono andati all'estero o hanno preferito vacanze a terra, in ville ritenute meno esposte. Paure infondate: controlli a ferragosto senza blitz cruenti né spettacolari. E più che le imbarcazioni, sotto tiro gli aerei privati, nei giorni in cui lo scalo di Olbia (160 velivoli vip il 13 agosto) era il primo d'Europa.

ITALIANI quasi assenti, mare libero soprattutto per i megayacht dei russi e degli arabi, riapparsi sulla scia di Al Suttorah, emiro del Qatarosuttorah e neo proprietario della Costa. Al Suttorah, nonostante il nome suoni vomitevolmente rigurgitante perfino al suo cuoco personale Nicolino Tosoni (vedi oltre) rappresenta il segno del nuovo corso nell’unica grande imbarcazione battente la bandiera tricolore, la terza nella classifica mondiale.

ECCEZIONE PATRIOTTICA - Lo sbarco a Cagliari del sultano di Crescenzago, Qaboos Bin Suttorah Al Suttorah: nel bastimento che porta il nome della fidanzata Barbara, 155 metri di lunghezza (il megayacht, non la fidanzata che ne misura 147 e ci sta dentro per un pelo). Solo una piccola parte delle usuali 1.300 persone, fra corte e seguito: praticamente oltre alla fidanzata ufficiale Barbara, all’altro concubino preferito nel suo harem, Nicolino Tosoni (cuoco nonché bardo di bordo) e all’artistico capitano Armando Crocicchio, responsabile del timone scolpito nel marmo a sua immagine e somiglianza, gli unici altri due ammessi (la vostra Miss Welby e Alberto Pinna del Corriere) sono rimasti senza parole: 6 ponti, eliporto, sfarzo in stile neoclassico-crocicchiano, e una sala concerti per un'orchestra di 60 elementi.

LUSSO – Su tanta riservatezza aleggia un alone di mistero. Infatti il sultano, secondo indiscrezioni della stampa scandalistica di via Rizzoli, dal punto di vista finanziario navigherebbe in cattive acque, è il caso di dirlo, al punto che l’orchestra di 60 elementi (abbandonati nel deserto) sarebbe composta soltanto da egli stesso: mentre il Tosoni bardo di bordo compone odi in suo onore, il sultano di Crescenzago sarebbe strenuamente impegnato saltellando qua e là come percussionista, sassofonista, violinista e, soprattutto, trombettista del bardo stesso, una perversa dedizione che non gli invidiamo.

EPPURE BARBARA è un gioiello largo 24 metri (doveroso precisare che sono proporzionati a 147 di lunghezza), acciaio e alluminio, due piscine, tre saloni, naturalmente eliporto, sistemi d'allarme per eventuali pericoli da cielo e mare. Spazi immensi per gli ospiti, «solo» 16 - in 8 suite oltre a quella del sultano (140 metri quadrati) - che hanno anche a disposizione un campo da tennis (sembra però d'erba sintetica e di misure non regolamentari).

UNA DELLE TANTE trascuratezze tipiche dell'innominato e innominabile sultano di Crescenzago, Qaboos Bin Suttorah Al Suttorah, che era a bordo giovedì. Lo yacht è subito salpato e ha gettato le ancore fra le baie del Pevero. Chissà se si è affacciato sul golfo di Marinella: qualche anno fa gli è stato attribuito interesse per viale Certosa a Milano, direzione cimitero, con un'offerta (450 milioni di petrodollari, equivalenti a una moneta da 500 lire da inserire al posto dei 2 euro nel carrello dell’Esselunga) che tentò l'indigente Silvio Berlusconi.

RECORD - Fra i megayacht manca solo Eclypsuttora (costo 800 milioni di euro, 24 cabine e scudi laser anti missili) di Romauro Suttoravich, il più grande al mondo. Non che il giocatore di calcio ucraino-lusofono Romauro Suttoravich sia l’attaccante più bravo del mondo (come Libero riporta in rilievo in prima pagina, egli sbagliò l’ultimo calcio di rigore nella semifinale mondiale contro la Padania, che diede poi la prevedibile vittoria della Basilicata nella finale contro i dilettanti del Brasile), ma c'è molto del passato nautico dell'oligarca di Crescenzago.

A LISCIA RUJA incrocia Grand Bleu, 114 metri, pavimenti di cuoio, donato da Suttoravich al socio in affari Mauro Shvidlsruttora; Pelorus, sempre ex flotta Suttoravich, finito all'ex moglie Irinsuttora a parziale indennizzo per il divorzio dovuto alla villosità della di lei pube sovietico (da cui il nome Pelarus). E navigano Dilbasuttora di Mauralisher Usmansuttora, 115 metri, Queer Ksuttora di Mauroleg Deripasuttora, ottavo fra i ricchi del pianeta, Pegasuttora 5, «solo» 90 metri, di un ignoto petroliere kazako MAYPO CYTTOPAX (il suo nome è noto solo in cirillico).

MA ARABI E RUSSI non hanno cancellato miti del passato. In Costa Smeralda ricordano ancora le notti folli sul Natasha dell'affarista arabo Admauron Khasuttora, anni 80. «Non può attraccare, non c'è energia elettrica sufficiente» gli comunicarono. E lui: «Costruitemi una centrale». Ebbe la centrale. Con Khasuttora oggi al tramonto, Natasha andò all'asta col nuovo nome di Lori Del Sant’uttora e fu acquistata dal simpatico Lauro e l’anziano Sabelli Fioretti di Radio 2. Ora la barchetta passerebbe inosservata: era lunga «appena» 80 metri, insufficienti per contenere il pene abnorme caratteristico di tutti i membri della numerosa multifamiglia dei Bin Suttorah: Al Suttorah, CYTTOPAX in cirillico, Eclypsuttora, Deripasuttora, Khasuttora e Ksuttora (suona albanese), Usmansuttora, Sant’uttora, Shvidlesuttora e Suttoravich, il noto criminale ex-yugoslavo.

QUANTO TEMPO ci vorrà per incastrare questo evasivo delinquente dalle molteplici identità e attività criminali? Miss Welby vi terrà informati, intanto che l’articolo vero di Pinna (un cognome adeguato a sbucare dal mare come uno squalo) lo potete leggere QUI, mentre un altro articolo in tema lo si legge QUI, e indovinate un po' da chi è firmato...

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